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PostHeaderIcon Una mattinata con i ragazzi a Pieve di Cadore

“Il vero rischio di internet è l’omologazione. Non privatevi mai della voglia di dubitare, di criticare, di mettere a confronto fonti diverse. Ragionate sempre con la vostra testa.”

E’ questa la raccomandazione che Stefano Vietina, giornalista, collaboratore del Corriere delle Alpi, e comunicatore ha rivolto ieri agli oltre 200 ragazzi dell’Istituto Comprensivo Enrico Fermi di Pieve di Cadore, in particolare il triennio della Scuola dell’Ottica e dell’Istituto Tecnico Tecnologico, nonché la quarta e la quinta del Liceo Scientifico.

Chiamato a parlare di comunicazione, Vietina, che per 15 anni ha gestito le relazioni esterne della Banca Antonveneta e per tre quelle dell’Università di Padova, dove ha anche insegnato Sociologia dei Media, ha proposto anzitutto una panoramica dei social media maggiormente gettonati, a partire da Instagram e Facebook, le grandi piazze virtuali dove quotidianamente i giovani si presentano e si incontrano; o come Youtube, il canale preferito per documentarsi, o il più recente TikTok.

“Le fonti oggi sono innumerevoli – ha spiegato – ma troppo spesso ci propongono solo quello che più ci piace, dopo aver ben delineato il nostro profilo grazie alle scelte che compiamo ogni giorno sulla rete: da un acquisto su Amazon ad un brano musicale selezionato su Spotify. E’ importante invece, se si vuole crescere, confrontarsi con chi la pensa in maniera diversa da noi. Tutte le più grandi invenzioni dell’umanità derivano, infatti, non solo dall’intuizione, ma soprattutto dalla contaminazione di saperi diversi e dal confronto. Se accettiamo di indossare i paraocchi che spesso internet vuole proporci, così da mantenerci su terreni conosciuti, buttiamo al vento una delle più grandi opportunità di crescita.”

Stefano Vietina ha quindi raccontato brevemente come si faceva il mestiere di giornalista quando gli strumenti più utilizzati erano la macchina per scrivere ed il gettone telefonico; quando ci si poteva documentare solo attraverso un archivio fisico (fosse la raccolta dei giornali o una biblioteca), quando insomma internet non esisteva.

“Oggi gli strumenti a nostra disposizione – ha proseguito – sono tantissimi ed il cellulare li racchiude tutti: dalla radio alla Tv, dalla penna al quotidiano, dal libro alla macchina fotografica, fino alla video camera: tutto si trova dentro ad uno   smartphone di ultima generazione, ma se non sappiamo cosa cercare possiamo perdere giornate intere senza alcun risultato concreto.”

Quindi bisogna concentrarsi sulle informazioni che ci servono, utilizzando adeguatamente anzitutto quella sorta di “bibliotecario virtuale” che è il motore di ricerca. “Senza Google, il sapere contenuto sul web sarebbe irreperibile, invisibile ai nostri occhi. Pochi peraltro sanno che alla base di Google c’è un italiano, Massimo Marchiori, oggi docente all’Università di Padova, ideatore del motore di ricerca Hyper Search. Ricordarlo non è solo un questione di orgoglio nazionale, ma ci insegna anche – ha concluso Vietina – che ciascuno di noi può dare una mano a far avanzare questa importante frontiera rappresentata dalla comunicazione digitale, su cui ogni giorno, consapevoli o meno, ci cimentiamo.”

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