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L'eterna giovinezza della radio

Dalla balera alle frequenze radiofoniche, dal juke-box al web, Roberto Zanella vive letteralmente di musica, da sempre. Con la passione dell'innovatore e la sagacia dell'imprenditore. Tanto da essere oggi titolare di un piccolo impero radiofonico che copre tutto il Veneto e parti significative del Friuli, della Lombardia e dell'Emilia Romagna con i marchi, riconoscibilissimi ormai, di Radio Birikina, Radio Bellla&Monella, Radio Piterpan, Radio SorRriso, Radio Marilù, Radio Gelosa. E con la sua Klasse-Uno organizza eventi musicali di grande successo come il FestivalShow, con serate estive nelle più belle piazze di Veneto e Friuli.

“Bellamusicavince”, questo è il suo motto ed anche il titolo del libro che sulla sua storia ha scritto la giornalista e scrittrice Annalisa De Bernardin e che verrà riproposto martedì prossimo, 25 luglio, alle ore 18,00 al Miramonti Majestic di Cortina d'Ampezzo nel corso degli eventi promossi da Rosanna Raffaelli Ghedina e la sua rassegna “CortinaTerzoMillennio”. Il libro data 2006 e racconta dei primi trenta anni delle radio libere; quanto e come è cambiata la radio da allora? “La radio è cambiata molto e cambia costantemente – sottolinea Zanella – ma non a caso abbiamo chiamato il nostro incontro di Cortina 'L'eterna giovinezza della radio' perché oggi la radio è più forte che mai”.

Come nasce questa sua passione per la musica? “Mi sembra ieri che ero un ragazzino, vispo, curioso ed irrequieto, perennemente indaffarato a fare o disfare qualcosa. Un'unica cosa - racconta Zanella, classe 1952 - aveva il potere di tenermi fermo, in ascolto per una manciata di minuti almeno: il juke-box. Mi lasciavo rapire dalla magia di quella macchina della musica, delle parole che imparavo a memoria, dei ritmi che mi rimbalzavano nelle vene, dei nomi che riecheggiavano nella mia testa, mescolandosi a quelli degli eroi leggendari, dei principi, dei re e delle regine. Celentano, Dallara, Mina, I Corvi, Bobby Solo, Nico e i gabbiani, Rita Pavone, Mal, I Profeti: nomi che al solo pronunciarli mi facevano sentire già grande, voci che imparavo a riconoscere già alla prima battuta, volti che si imprimevano nella memoria in ogni particolare”.

Con molti di questi personaggi poi ha collaborato. “Sì ed anche questo è incredibile. Mai avrei pensato che quei miti inavvicinabili sarebbero stati prima o poi ospiti nei miei locali da ballo, a casa mia, che avrei conversato, pranzato e lavorato con molti di loro. Ho avuto fortuna, ho realizzato dei sogni ben al di là delle mie fantasie di bambino. Oggi posso dire con soddisfazione che gli studi radiofonici del mio gruppo sono frequentati da moltissimi musicisti e cantanti che vengono a trovarmi con affetto. Con alcuni è maturato negli anni un rapporto che va oltre la stima reciproca. E sono nate amicizie sincere nella condivisione di interessi, momenti di lavoro, di svago, alti e bassi della vita. Una stessa passione per la musica e le canzoni ha incrociato le nostre strade ed è diventata il nostro mondo”.

Con chi è maggiormente legato? “Sono molto amico di Al Bano, Mal, Red Canzian, che ho conosciuto ben prima che entrasse nei Pooh, Andrea Mingardi, i Camaleonti, i Dik Dik e tantissimi altri”.

Tutti cantanti degli anni '60. “Sì, perché è quella la musica che ancora oggi preferisco, che canticchio, che mi fa divertire ed emozionare”. Anche se poi nelle sue radio sono passati tutti i big di oggi. “Certo, da Ramazzotti a Tiziano Ferro, da Laura Pausini a Emma, dai Modà alla Amoroso, tanto per citare diverse generazioni”. Nella sua sede di Castelfranco Veneto ha anche una collezione di storici juke box. “E' una mia passione perché tutto è iniziato da un juke box nel bar di famiglia; ne ho 25, in buona parte acquistati a New York e Chicago.”

Come le venne l'idea di creare una radio? “Facevo il dj in discoteca, nel 1976, ed un cliente mi propose di mettere su una radio a Oriago. Tutto è partito da lì”. Allora si lottava per conquistare le vette, quelle dei monti su cui installare le antenne... “Era un vero far west. Ma per certi versi oggi siamo ritornati ad allora, se penso ai furti che subiamo: oggi cercano di portarci via i migliori ripetitori...”. Poi organizzate anche concerti, crociere, serate con artisti. “Un modo per fidelizzare ancor di più i nostri ascoltatori che, oltre ai big della canzone, scoprono anche i volti di chi li intrattiene ogni giorno dalla radio”.

Perché ha voluto creare il FestivalShow? “Per lanciare i giovani; quest'anno ne abbiamo selezionati 600, da Palermo a Bolzano, saranno loro i big dei prossimi anni. I concerti che proponiamo da 18 anni sono tutti gratuiti, avvicinano la gente alla musica, creano un bel clima, anche se ormai oggi, a causa della burocrazia, organizzare un concerto è diventato complicato come metter su un cantiere edile per costruire un condominio”. Concerti gratis, ma sempre accompagnati ad una raccolta fondi per la Città della Speranza. “Sì, sono orgoglioso di aver raccolto in questi anni 670.000 euro, di aver visto tanta solidarietà ed aver contribuito a farla emergere per una buona causa”.

E' vero che continua a mettere su dischi ogni giorno? “Certo, ogni mattina della 6 alle 7, ad eccezione della domenica. Mi diverto, è un ottimo modo per iniziare la giornata”.

25 luglio 2017

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