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Sedici anni senza Silvano Pontello

Stefano Vietina e Silvano Pontello

A sedici anni dalla sua prematura scomparsa, avvenuta il 10 marzo 2002, credo sia giusto ricordare la figura, il ruolo, i successi di Silvano Pontello, direttore generale della Banca Antonveneta. La grandezza di un uomo si misura non solo dalle realizzazioni concrete che lascia, ma anche e soprattutto dallo stile con cui ha saputo raggiungere i suoi risultati. Ed è per quello che ha fatto, per la sua lungimiranza, per le ricadute sociali della sua opera, che ho avanzato recentemente al Sindaco di Padova Sergio Giordani la richiesta di intitolare a Silvano Pontello una strada della nostra città.

Chi era infatti Silvano Pontello? Per i più giovani che non l'hanno conosciuto penso sia utile ricordare alcune delle sue realizzazioni, che vanno ben al di là della creazione e dello sviluppo, pur fondamentali, della Banca Antonveneta, una grande banca del Nordest, vicina al territorio, ma in un orizzonte nazionale, che lui seppe far crescere dai 50 sportelli della Banca Antoniana del 1990, anno in cui era diventato direttore generale, ai 1.019 sportelli del marzo 2002, anno della sua scomparsa. La banca dei 10.000 dipendenti o, meglio, delle 10.000 famiglie, come lui diceva.

Nato nel 1937 a Concordia Sagittaria da una famiglia contadina, Silvano Pontello a 14 anni era emigrato a Milano ed aveva iniziato la sua gavetta come operaio alla Snia; di cui poi a 60 anni, dopo averla acquistata con la Banca, era diventato consigliere d'amministrazione.

 

Laureatosi alla Cattolica mentre già lavorava alla Banca Privata Finanziaria di Michele Sindona, tornò in Veneto alla fine degli anni ’70, alla Banca Antoniana, di cui nel 1990 divenne direttore generale. Nel 1996, fondendo la sua banca con la Popolare Veneta di Antonio Ceola dette vita alla Antonveneta, condotta con successive acquisizioni (ultima delle quali quella della Banca Nazionale dell’Agricoltura nel 1999) ad essere la settima banca nazionale per dimensione. Acquisita nel 1996 Interbanca, la trasformò in una merchant bank al servizio delle medie imprese del Nordest, impegnate a crescere e consolidarsi. Poi con scelta lungimirante, propose la trasformazione di Antonveneta in Spa e la sua quotazione alla Borsa di Milano, approvate nel settembre 2001 ed attuate il 15 aprile 2002, un mese dopo dopo la sua scomparsa.

Ma Silvano Pontello ebbe un ruolo fondamentale anche nel rilancio del Premio letterario Campiello, nel varo della “Fondazione per la ricerca biomedica avanzata” guidata dal prof. Francesco Pagano, e soprattutto nella nascita della Facoltà di economia dell’Università di Padova, finanziata ed ospitata all'inizio nei locali della banca in Via VIII Febbraio.

Questi sono alcuni dei segni tangibili che Silvano Pontello ha lasciato a Padova, che considerava la sua città, ed a tutto il nostro territorio. Insieme ad un patrimonio di umanità che ha saputo infondere in chi ha avuto la fortuna di collaborare con lui, o anche solo di incontrarlo e conoscerlo. Perché Pontello aveva il carisma del capo, sapeva farsi seguire, intuiva la validità di un progetto, sosteneva l'imprenditore che se ne faceva interprete, guardava bel al di là dei semplici interessi della sua Banca Antonveneta.

Che pure perseguì con la massima attenzione, ben sapendo che solo una banca ben gestita poteva essere il motore di un'economia sana del territorio. Non è un caso se, in tempi non sospetti, decise che era tempo che una Banca delle dimensioni della sua abbandonasse la forma autoreferenziale delle Popolari e, trasformatasi in Spa, si esponesse in Borsa alla valutazione più realistica del mercato. All'epoca non tutti compresero la portata storica di questa decisione, non mancarono critiche e perplessità. A distanza di anni si può dire che, se tale percorso fosse stato intrapreso per tempo anche dalla Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca, si sarebbe certamente assistito ad un riallineamento verso il basso dei valori azionari di quegli istituti, ma non certo, come poi avvenuto, al loro drammatico azzeramento. Non solo, la successiva scalata della Banca Antonveneta da parte dell'olandese Abn Amro garantì a tutti i soci notevoli plusvalenze. Insomma, l'oro di Antonveneta ritornò con multipli molto interessanti nelle mani dei padovani e dei veneti che nel progetto Antonveneta avevano creduto e ne erano diventati convintamente azionisti.

Silvano Pontello è stato, insomma, un banchiere vicino alle persone, attento ai problemi, capace di esercitare una leadership riconosciuta. Un pezzo di storia utile per quello che, se la sappiamo leggere, ci può ancora insegnare.

Per tutto questo, per quanto Silvano Pontello ha fatto e per come lo ha fatto, in accordo con le figlie Patrizia ed Elisabetta, ho chiesto al Sindaco di Padova di intitolargli una strada della nostra città, certo di poter incontrare su questo progetto il consenso di tanti cittadini padovani che Pontello lo hanno conosciuto, apprezzato, stimato.

Stefano Vietina

twitter@vietinas

Uno dei collaboratori di Silvano Pontello

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